Il viaggio cinematografico di The Piano Lesson: Un’interpretazione diversa di un classico teatrale

Il film di Malcolm Washington, la cui sceneggiatura è stata scritta in collaborazione con Virgil Williams, offre una versione cinematografica del celebre dramma di August Wilson, The Piano Lesson. Mentre il padre di Malcolm, Denzel Washington, ha ottenuto un grande successo con l’adattamento cinematografico molto fedele di Fences nel 2016, il figlio ha scelto un approccio leggermente diverso. Con il suo debutto alla regia, Malcolm ha deciso di apportare alcune modifiche e ampliamenti al lavoro originale di Wilson, introducendo flashback estesi, cambiamenti di location e una maggiore enfasi sui momenti drammatici. L’obiettivo del regista è quello di esplorare una via più espressiva ed espressionistica per portare avanti il lavoro di Wilson. Tuttavia, nonostante il suo impegno, il film non riesce a raggiungere lo stesso livello dell’originale teatrale e non riesce a risolvere la tensione fondamentale tra teatro e cinema.

L’opera teatrale di Wilson è ambientata in una casa di Pittsburgh, dove il determinato Boy Willie (interpretato da John David Washington, fratello di Malcolm) e il suo amico goffo Lymon (Ray Fisher) si presentano a sorpresa una notte del 1936. La casa appartiene alla sorella maggiore di Willie, Berniece (Danielle Deadwyler), e allo zio Doaker Charles (Samuel L. Jackson). Willie e Lymon hanno appena guidato un camion traballante pieno di angurie dal Mississippi, luogo di origine della loro famiglia. Willie, un mezzadro e ex detenuto rimasto nel Sud mentre gran parte della famiglia si è trasferita al Nord, vuole guadagnare abbastanza soldi per comprare la terra rimanente nella loro città natale, dove gli antenati erano schiavi. Per fare ciò, vuole vendere il gigantesco pianoforte intagliato a mano che si trova nella casa di Berniece, strumento che ha un inquietante e forse sovrannaturale legame con il loro passato. Willie insiste nel prendere il pianoforte, ma Berniece si rifiuta di lasciarlo andare, nonostante non lo suoni da anni. Per lei, il pianoforte è un trasmettitore verso coloro che sono venuti prima di loro. Lo scontro tra i due diventa una battaglia che coinvolge la storia, il dolore e la difficoltà sia nel lasciarsi il passato alle spalle che nell’aggrapparsi ad esso.

La performance frenetica di John David Washington ha perfettamente senso sul palco, dove la proiezione fa parte del contesto. Lo stesso concetto si applica anche al film: l’insistenza rumorosa di Boy Willie sembra a volte un tentativo di convincere se stesso di fare la cosa giusta. Questo crea un interessante contrasto con Berniece, interpretata da Deadwyler, il cui contegno malinconico di fronte alle esortazioni di Willie aggiunge un ulteriore livello di conflitto. Questa versione cinematografica sembra amplificare il personaggio di Berniece e Deadwyler, uno dei pochi membri principali del cast che non ha partecipato alla ripresa di The Piano Lesson a Broadway nel 2022, offre un’interpretazione sorprendente del ruolo. Il film diventa efficacemente la sua storia.

Nel teatro, il pianoforte, riccamente intagliato con i volti inquietanti degli antenati schiavi di Boy Willie e Berniece, è un’entità fisica onnipresente che domina l’azione e il dialogo. Tuttavia, nel film, il regista Washington si spinge oltre i confini dell’opera teatrale. Il film si apre con una scena ambientata il 4 luglio 1911, in cui viene mostrato il momento in cui il padre di Boy Willie rubò il pianoforte dalla famiglia bianca che lo possedeva. Questa scelta, in gran parte efficace, non solo stabilisce inizialmente l’importanza dello strumento, ma rafforza anche il significato personale e tormentato di Boy Willie nei confronti dell’oggetto. Lo vediamo come un bambino che osserva tutto questo accadere.

Altri flashback non sono altrettanto riusciti. Nella scena più avvincente dell’opera teatrale, Doaker spiega le origini del pianoforte e la sua importanza per la famiglia. Sul palco, l’interpretazione di Jackson catturava l’attenzione del pubblico con stanchezza e indignazione. Qui, invece, i flashback intervallati interrompono il flusso delle parole, diminuendo l’impatto dello storytelling. La centralità della storia si fa meno presente all’interno del personaggio.

Questo è il principale ostacolo che il film deve superare. Il film arricchisce The Piano Lesson originale con materiale extra, ma sceglie di mantenere la maggior parte delle parole di Wilson, che con il loro ritmo ed evocazioni appartengono al mondo del teatro. Come tutte le grandi opere teatrali, le parole de The Piano Lesson non possono essere facilmente separate dall’atmosfera chiusa del palcoscenico, è lì che appartengono e iniziano, è lì che il potere di queste parole evoca mondi interi. Guardando il film, ci si trova occasionalmente in una situazione di dissonanza, poiché la regia cinematografica e le parole teatrali vanno in direzioni diverse.

In un certo senso, sembra quasi che Washington e Williams avrebbero dovuto osare di più e riscrivere l’intero film, riimmaginandolo completamente per lo schermo. Ovviamente, sarebbe stato sacrilego. Tuttavia, a volte i film hanno bisogno di un po’ di audacia per emanciparsi dalle loro origini teatrali.

FAQ:

1. Qual è il film di Malcolm Washington?
Il film di Malcolm Washington è un adattamento cinematografico del celebre dramma di August Wilson, The Piano Lesson.

2. Quali modifiche ha apportato Malcolm Washington all’opera originale di Wilson?
Malcolm Washington ha apportato alcune modifiche e ampliamenti al lavoro originale di Wilson, introducendo flashback estesi, cambiamenti di location e una maggiore enfasi sui momenti drammatici.

3. Qual è l’obiettivo del regista nel film?
L’obiettivo del regista è quello di esplorare una via più espressiva ed espressionistica per portare avanti il lavoro di Wilson.

4. Di cosa tratta l’opera teatrale di Wilson?
L’opera teatrale di Wilson si svolge in una casa di Pittsburgh e racconta la storia del determinato Boy Willie, il suo amico Lymon e la loro battaglia con la sorella di Boy Willie, Berniece, per il possesso di un pianoforte intagliato a mano.

5. Quali sono i personaggi principali del film?
I personaggi principali del film sono Boy Willie, interpretato da John David Washington, Berniece, interpretata da Danielle Deadwyler, e lo zio Doaker Charles, interpretato da Samuel L. Jackson.

6. Qual è la tensione fondamentale nel film?
La tensione fondamentale nel film riguarda il conflitto tra il desiderio di Boy Willie di vendere il pianoforte e il rifiuto di Berniece di lasciarlo andare, poiché considera lo strumento un trasmettitore verso il passato della loro famiglia.

7. Qual è l’importanza del pianoforte nell’opera teatrale?
Nell’opera teatrale, il pianoforte è un’entità fisica onnipresente che domina l’azione e il dialogo, rappresentando il passato e la storia della famiglia.

8. Quali sono le sfide che il film deve superare rispetto all’opera teatrale?
Il film deve superare la sfida di mantenere l’impatto delle parole teatrali di Wilson nel contesto cinematografico e di integrare i flashback in modo efficace nella narrazione.

9. Qual è l’opinione sulla performance degli attori nel film?
La performance frenetica di John David Washington e l’interpretazione sorprendente di Danielle Deadwyler nel ruolo di Berniece sono particolarmente apprezzate nel film.

10. Cosa si suggerisce che il film avrebbe potuto fare in modo diverso?
Si suggerisce che il film avrebbe potuto osare di più e riscrivere completamente l’opera per lo schermo, per emanciparsi maggiormente dalle sue origini teatrali.

Definitions:
– Pianoforte – Un grande strumento musicale a tastiera.
– Flashback – Un passaggio improvviso e temporaneo nel tempo in una narrazione che ripercorre eventi accaduti in precedenza.
– Teatro – Un’arte che rappresenta opere drammatiche in un palcoscenico per un pubblico dal vivo.

Suggested Related Links:
ThePianoLesson.com – Sito web ufficiale dedicato all’opera teatrale The Piano Lesson di August Wilson.

BySeweryn Dominsky

Seweryn Dominsky to doświadczony pisarz i analityk specjalizujący się w nowych technologiach i technologii finansowej (fintech). Posiada tytuł magistra z zakresu finansów i technologii z prestiżowego Uniwersytetu w Miami, gdzie doskonalił swoją wiedzę na temat blockchain, walut cyfrowych i innowacyjnych rozwiązań finansowych. W swojej karierze trwającej ponad dekadę Seweryn pełnił funkcję starszego konsultanta w Spire Solutions, gdzie odegrał kluczową rolę w opracowywaniu nowoczesnych ram technologicznych dla instytucji finansowych. Jego prace były publikowane w różnych czasopismach branżowych, w których dzieli się spostrzeżeniami na temat ewoluującego krajobrazu fintech. Pasjonując się skrzyżowaniem technologii i finansów, Seweryn kontynuuje poszukiwania sposobów na wykorzystanie nowych innowacji w celu napędzenia wzrostu gospodarczego i efektywności w sektorze.